Con DPR del 18 luglio 1969 i rilievi collinari di origine vulcanica tra Thiene e Bassano e la pianura ghiaiosa tra i fiumi Astico e Brenta, già coltivati a vigneto fin dal decimo secolo, vengono identificati come il comprensorio dei vini a DOC Breganze.
Di quest’area vitivinicola in continua evoluzione il Breganze Torcolato DOC è certamente il prodotto di punta, il fiore all’occhiello. E’ un vino di antica ed eccellente tradizione, ottenuto da uve di varietà Vespaiola, vitigno unico della zona DOC Breganze. L’antichità della sua origine ed il sempre rinnovato impegno nel perfezionare le tecniche di produzione ne fanno un prodotto davvero straordinario e degno di vedere crescere sempre di più il numero e la qualità dei suoi estimatori.
I vigneti della zona DOC Breganze si distendono ai piedi del versante Sud dell’Altopiano dei Sette Comuni, alta spalliera di monti da cui la vista si apre su tutta la pianura veneta. Tra i pittoreschi rilievi collinari e nelle più vocate aree dell’immediata pianura trovano sede le principali aziende vitivinicole dell’area DOC. Essa parte dalla vallata dell’Astico, estremo lembo ad Ovest del comprensorio pedecollinare, e giunge, tra incantevoli antri ed innumerevoli valli, fino all’opposta vallata del Brenta. Di quest’area DOC la città di Breganze, che le dà il nome, è quasi il centro geografico. Gli altri capisaldi sono a Ovest Thiene e, ad Est, Marostica e Bassano del Grappa. Nel complesso i comuni interessati, in tutto o in parte, dalla zona DOC sono: Breganze, Rugliano, Sarcedo, Fara Vicentino, Montecchio Precalcino, Mason Vicentino, Molvena, Pianezze, Salcedo, Marostica, Sandrigo, Schiavon e Bassano.
Le viti sono coltivate principalmente su terreni collinari vulcanici, morenici e tufici, ma anche in pianura, dove, nel corso delle ere geologiche, la forza dei torrenti ha accumulato quasi 400 metri di ghiaia bianca, che costituisce per le viti un ottimo substrato. La ghiaia, infatti, trattiene meno l’acqua ed ha il potere di riverberare i raggi del sole e talora le uve in essa prodotte sono addirittura migliori di quelle di collina.
Può capitare, seguendo facili itinerari, di ritrovarsi in pacifiche contrade o in vallette, lavorate intensivamente da tempi remoti, dove si ammirano, come in un museo itinerante, i tratti viventi della più antica e genuina tradizione contadina. Eccoci allora alla ricerca dei segni che testimoniano una ricca tradizione storica da cui ci appaiono in una particolare prospettiva le origini della civiltà, gli splendori dell’Impero Romano, l’epoca del Medioevo, i fasti della Serenissima e anche i segni della tragedia della Grande Guerra.
Dal punto di vista enologico, la DOC interessa una serie di vini assai diversi tra di loro. Ecco dunque, la presentazione dei Breganze DOC uno per uno, spiegando che un aggiornamento del disciplinare decretato nel 1995 ha premiato consuetudini enologiche in precedenza escluse.
Cominciamo dal Vespaiolo, prodotto in purezza con uve provenienti dal vitigno omonimo, che si coltiva solo qui. E’ un classico di colore giallo paglierino piuttosto carico, profumo intenso e fruttato con caratteristica leggermente aromatica, di sapore fresco e piacevolmente acido. Proprio per questo si sposa con piatti di pesce, compresi anguilla, trota e baccalà.Si accompagna ottimamente anche alla cucina tradizionale locale: al formaggio Asiago, e all’asparago di Bassano con le uova. Ottimo come aperitivo. Se viene ottenuto da uve di vigneti particolari o selezionate, con una gradazione lievemente più elevata della media, può portare la qualifica di Superiore.
Il Breganze Bianco è sostanzialmente un Tocai, che può essere vinificato con una modica quantità di altre uve bianche se presenti nel vigneto. Si presenta di colore giallo paglierino, di odore vinoso, delicatamente intenso e di gusto asciutto. Rotondo e di corpo. Buon vino bianco da tutto pasto, si accompagna soprattutto a piatti di pesce, ma va benissimo anche con carni bianche. Anche il Breganze Bianco, se ottenuto da uve selezionate, può portare la qualifica aggiuntiva di Superiore.
Il Breganze Chardonnay appartiene alla “seconda generazione” di questa DOC. Ottenuto pressoché in purezza da uve dell’omonimo vitigno, ripropone anche in quest’area le sue straordinarie ed eclettiche caratteristiche. Si presenta di un bel colorito giallo paglierino. Gusto equilibrato e gradevolmente morbido. Ha un profumo intenso e piacevolmente aromatico. E’ un vino per tutte le occasioni, capace di coprire una vasta gamma di abbinamenti. Anche il Breganze Chardonnay, se ottenuto da uve selezionate, può portare la qualificazione aggiuntiva di Superiore.
Il Breganze Sauvignon è anch’esso frutto dell’ultimo aggiornamento del disciplinare e costituisce un nuovo punto di forza per questa DOC. Ricavato pressoché in purezza da uve provenienti dal vitigno omonimo, esalta con la personalità dei terreni e del clima di quest’area, le caratteristiche che lo hanno reso famoso anche altrove. Profumo delicato più o meno aromatico, che asseconda un gusto fine, gradevole e armonico, arrotondato in alcuni casi dal sapore del legno. Anche il Breganze Sauvignon può qualificarsi come Superiore.
Il Breganze Rosso ripropone in sostanza, la forza e le caratteristiche del Merlot, dalle cui uve è ottenuto in purezza, con la possibilità di utilizzare una piccola percentuale di altre uve nere se presenti nel vigneto. Il colore è rosso rubino vivo, odore vinoso, piacevole, espressivo, caratteristico, talora lievemente erbaceo, di sapore asciutto, robusto, armonico, di corpo e leggermente tannico.
E’ un vino che può offrire molto, certamente da valorizzare, che dà il meglio di sé dopo due/tre anni.
Ottimo da tutto pasto, quando è invecchiato non teme gli arrosti impegnativi e anzi ne diviene l’ideale complemento. Può fregiarsi della qualifica Superiore se ottenuto da uve selezionate e della qualificazione aggiuntiva Riserva se immesso al consumo dopo un invecchiamento di almeno due anni.
Con piatti analoghi si accompagna anche il Breganze Cabernet, ottenuto con Cabernet Franc e/o Cabernet Sauvignon e/o Carmenère. Questo vino esprime al meglio la personalità del vitigno d’origine, ormai diffuso in tutto il mondo. Di colore rosso rubino scuro con riflessi granati, accentuati dall’invecchiamento. D’olfatto molto intenso, gradevole e caratteristico. Al gusto è corposo, robusto, asciutto, austero, leggermente tannico e talora erbaceo. L’invecchiamento non gli nuoce, anzi ne accresce la naturale nobiltà. Se ottenuto da uve di qualità selezionata, con una conseguente più elevata gradazione naturale, può qualificarsi come Superiore; può inoltre fregiarsi della qualificazione aggiuntiva Riserva se immesso al consumo dopo un invecchiamento di almeno due anni.
Il Breganze Cabernet Sauvignon è ottenuto pressoché in purezza da uve dell’omonimo vitigno, del quale ripropone le piacevoli caratteristiche. Colore rosso rubino intenso, con tendenza a ripiegare sul granato con l’invecchiamento. Ha un profumo erbaceo con aroma intenso e persistente, vinoso, caratteristico, talora addolcito dall’odore del legno dove viene affinato, che ne aggiusta e arrotonda anche il sapore pieno e vellutato.
Ottimo vino da tutto pasto, fine, personale, è in grado di accompagnare quasi tutte le pietanze.
Il Breganze Cabernet Sauvignon può fregiarsi della qualifica Superiore se ottenuto da uve selezionate, e della qualificazione aggiuntiva Riserva se immesso al consumo dopo un invecchiamento di almeno 2 anni.
Il Breganze Marzemino, anch’esso riconosciuto a Denominazione d’Origine Controllata con l’ultima modifica del disciplinare, sottolinea la forza e la piacevolezza di una tradizione enologica locale secolare. Ottenuto pressoché in purezza da uve dell’omonimo vitigno, si presenta di un bel rosso rubino, spesso vivace, con profumo molto intenso, caratteristico, di gusto personale e molto gradevole. Talora, a seconda della lavorazione, affinato e ammorbidito dal sapore di legno. Può fregiarsi della qualifica Superiore se ottenuto da uve selezionate, e della qualificazione aggiuntiva Riserva se immesso al consumo dopo un invecchiamento di almeno 2 anni.
Una menzione particolare merita il Breganze Pinot Nero, vinificato in nero con uve provenienti da un particolare biotipo locale, derivato dai nobili e famosi vitigni omonimi. Si presenta di colore rosso rubino, con sfumature color mattone. Di profumo delicato e di sapore asciutto e sapido con retrogusto amarognolo, che lo pongono ai vertici nazionali tra i vini ottenuti da queste uve. Anche il Pinot Nero, se ottenuto da uve selezionate, può portare la qualificazione di Superiore e la qualificazione aggiuntiva Riserva se immesso al consumo dopo un invecchiamento di almeno 2 anni. Davvero un gran bel vino, da tutto pasto, che si accompagna ai piatti di carne rossa e agli arrosti.
Il Breganze Pinot Bianco, ottenuto in purezza da uve dell’omonimo vitigno, si presenta di colore giallo paglierino molto tenue, di gusto secco ma molto armonico e vellutato. Il profumo è delicato, gradevole e caratteristico. E’ un bianco di rispetto, da tutto pasto e ideale per piatti a base di pesce. Se ottenuto da vigneti e uve selezionate, anche il Breganze Pinot Bianco può portare la qualificazione di Superiore.
Troviamo infine il Breganze Pinot Grigio, un vitigno particolare, ottenuto in purezza da uve dell’omonimo vitigno, che qui viene vinificato in modo da ottenerne un vino secco. Di colore giallo talora con riflessi rosacei molto caratteristici. Delicato e di gradevol sensazioni aromatiche.
Anche questo vino, se ottenuto da uve di qualità, può portare la qualifica di Superiore. Ottimo da tutto pasto, ma anche vino da aperitivo. Si abbina piacevolmente sia con piatti di pesce, sia a piatti di carni bianche. Non disdegna il formaggio Asiago e gli insaccati.
Il nome “Torcolato” è certamente tramandato dalla tradizione Veneta antica e sembra addirittura esserne un caso esemplare.
E' infatti un vino ottenuto da uve messe ad appassire “intorcolandole” ed attorcigliandole a degli spaghi appesi alle travi di asciutte e ventilate soffitte di tipiche case di collina. Le uve vengono poi “torcolate” e cioè pressate delicatamente e se ne ottiene un mosto denso e dorato, che con l’affinamento evolve verso un brillante colore ambrato.
Il suo profumo, si espande intensamente in una straordinaria ricchezza e finezza di aromi di frutta matura, di frutta esotica, di miele, di legno e di vaniglia, rimescolati in armonica ed elegante complessità. In bocca si espandono inconfondibili, ampie e lente arcate di sapore. Il vino rivela una dolcezza complessa, non banale, non stucchevole, fatta di grande equilibrio, di appropriata acidità, di bella freschezza e di un lieve retrogusto appena amarognolo. Il gusto, soprattutto nei prodotti di più eccellente qualità, denota maturità ed equilibrio. E’ un vino straordinario, nel contempo robusto ed elegante, che si distingue per grande ricchezza di corpo e di spessore e che, se correttamente invecchiato, può esprimere legni ed acidità superbamente integrati.
Viene prodotto nelle case nobili ma anche nelle più umili fattorie fin dall’antichità. Libato a fine pasto in preziosi bicchierini nelle ville dei ricchi o sorseggiato in più rustiche tazze dai non meno buongustai contadini della regione, che lo serbavano soprattutto quale medicina preziosa ed efficace, capace di ridare vigore al corpo estenuato per la durezza dei lavori.
Il Torcolato è stato descritto nei secoli, pur con nomi più generici, da storici, viaggiatori e letterati: “Vino prezioso” o “preziosissimo” per gli antichi, “Vinsanto prelibato” e “dolcissimo Pasquale” nelle rime settecentesche del “Rocolo Ditirambo” del poeta vicentino Aureliano Acànti.
Della sua preparazione parlano svariati documenti. Nelle fonti più antiche come nelle più recenti ed innovative si riconoscono alcuni passaggi caratteristici fondamentali: la raccolta dell’uva, fatta avendo cura di selezionare i grappoli (e talvolta gli acini) più sani e zuccherini; l’appassimento, che costituisce un passaggio importante e delicato della durata di alcuni mesi nelle soffitte asciutte ed areate delle case contadine durante il quale le uve devono essere protette dall’attacco di parassiti che ne potrebbero deteriorare la quantità.
Durante questa fase esse perdono parte del loro peso a causa dell’evaporazione dagli acini dell’acqua, mentre si concentra il contenuto di zuccheri. Infine la selezione delle uve appassite più sane, la loro torchiatura, e terminata la fermentazione del mosto ottenuto, l’invecchiamento del vino più o meno lungo, in piccole botticelle di rovere.
L’imbottigliamento conclude le fasi di produzione, dopodiché, secondo il parere di esperti, il vino delle migliori annate e più accuratamente prodotto e conservato può ulteriormente evolversi ed affinarsi migliorando la qualità per altri dieci anni ed oltre.
Sul tipo di uva raccolta per ottenere il famoso vino i documenti antichi e moderni differiscono soltanto su alcuni piccoli dettagli legati all’evoluzione della viticoltura stessa, che ha privilegiato varietà di uva diverse nel corso dei secoli. La percentuale maggiore di uva per la produzione è da sempre la varietà Vespaiola
L’uva Vespaiola prende il proprio appellativo dal fatto di essere particolarmente zuccherina e quindi amata dalle vespe. E’ un vitigno di origine ignota ed ormai unico della zona del “Breganze”.
Il Torcolato si produce dunque con uva Vespaiola, con aggiunta in minore quantità, di Tocai, Garganega e talora Pedevenda o Durella, (all’inizio del secolo scorso c’era anche del Picolit di locale produzione).
Assaporarne un bicchierino è un’esperienza da non perdere; come anche la soddisfazione di possederne qualche bottiglia nella propria cantina, da degustare mentre il pensiero sprofonda in teneri ricordi o è sospinto da piacevoli e romantici momenti.
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